Low Histamines

Se il Piemonte è la culla del vino, non può stupire il fatto che proprio nella nostra regione si trovi uno dei centri di ricerca più unici ed eccellenti per quanto riguarda questo settore. Un ventaglio, di analisi che spazia a 360 gradi, ma che la sua caratteristica principale nella lotta alle intolleranze alimentari. Si tratta di “Low Histamines”, realtà Cuneese che ha in Sebastiano Ramello – 42 anni e consulente internazionale di vini Italiani – il suo fondatore (Nella foto).

“Sempre di più nel mondo, si parla di intolleranze alimentari, e sempre più persone soffrono di essa. E poiché il vino e parte del cibo, o meglio è un alimento liquido, con le stesse caratteristiche di molti cibi, alimenti solidi, da questi punti, ho iniziato la mia ricerca 5 anni fa legata alle intolleranze alimentari, vino e istamine. Ricerca che mi ha portato a lavorare per anni a stretto contatto con aziende vinicole italiane, enologi e laboratori di analisi riconosciuti dal governo italiano. Come la maggior parte delle ricerche e delle innovazioni, anche la mia è partita da un’idea molto semplice e un bisogno naturale”

Da dove arriva l’intuizione che si poteva studiare e fare ricerca per un vino più “accessibile” a tutti, senza effetti collaterali indesiderati?

“In casa mia abbiamo sempre avuto la possibilità di degustare ottimi vini di alta qualità: come consulente internazionale del vino ogni settimana ricevo bottiglie da tutta l’Italia. Tuttavia, ogni volta che degustavo questi vini con la mia famiglia, anche vini di alta qualità, mia madre soffriva di emicranie e mal di testa, soprattutto bevendo vino rosso. Incuriosito, abbiamo convinto mia madre a fare delle analisi legate alle intolleranze e abbiamo scoperto l’intolleranza alle istamine. Inizialmente ho dato inizio alla ricerca vini a basso contenuto di istamina, al fine di trovare un  vino che potesse bere mia madre senza problema”.

Che cosa sono, esattamente, le istamine?

“è un composto azotato ampiamente diffuso nell’organismo, dove ricopre un ruolo, di primo piano, nelle risposte infiammatorie e allergiche, nelle secrezioni gastriche ed in alcune attività cerebrali. Oltre dal uomo l’istamina può essere prodotta da altri organismi per semplice decarbossilazione, dell’amminoacido istidina. L’esempio più caratteristico di cibo talmente ricco di istamina da provocare problemi a chi lo assume è quello del pesce conservato troppo all’ungo, ma si trovano anche in buone quantità in alcuni formaggi, spinaci, pomodori, estratto di lievito, cibi particolarmente fermentati, cioccolato e alcuni frutti”.

Quali sono gli effetti più evidenti di una intolleranza alle istamine? Quante persone ne soffrono, in media?

“Procedendo nella ricerca ho scoperto che circa il 205 della popolazione mondiale soffre di emicrania e mal di testa, per lo più causate da intolleranza alimentare, principalmente causate dalle istamine”.

Ci sono vini per natura più ricchi di istamine?

“Certo, il valore medio di istamine nei vini, specialmente quelli rossi varia da 4mg/litro a 20mg/litro. Per essere riconosciuti “Low Histamines“  devono avere un valore al di sotto dello 0,5mg/litro. Sono molte le varianti che fanno si che un vino possa avere più o meno istamine”.

Ce ne sono altre tipologie che sono meno caratterizzate?

“La nostra ricerca ci ha portato a scoprire che il DOLCETTO e il BARBERA d’Alba sono due vini a basso contenuto di istamine se lavorati nella maniera corretta, con un rigoroso controllo di tutta la line di produzione seguendo l’intera filiera di produzione, eliminando fertilizzanti chimici o per lo meno riducendoli il più possibile, con un’attenzione estrema effettuata durante gli ultimi due mesi prima della vendemmia”.

Esistono, a parte la predisposizione naturale, delle tecniche per diminuire il tasso di istamine nel vino, senza modificarne caratteristiche tipiche e qualità?

“Si, insieme all’enologo Osvaldo Veglio, oggi consulente enologo della “Low Histamines”, durante questi ultimi anni di ricerca e sperimentazione abbiamo scoperto un metodo per poter abbassare le istamine durante la vendemmia su vini già predisposti. Metodo che incide del 25% sull’intera produzione dei vini. Per il momento questo metodo rimane un segreto professionale del gruppo Low Histamines”.

La vostra attività di ricerca parte dalla provincia di Cuneo, ma non conosce confini e si muove a 360 gradi. Quali sono gli ambiti che vi vedono impegnati?

“Proprio per questo motivo è una ricerca che oltre aver dato inizio a una innovazione nel mondo del vino, fino ad ora non si era ancora mai parlato nel mondo di intolleranza alimentare legata al vino, porta anche con se uno dei più importanti territori del vino italiano, la Langa e speriamo in futuro molte altre regioni vinicole italiane. Attualmente i riscontri maggiori sia dal punto di vista delle richieste e sia come attenzione mediatica sono arrivati dal Nord America, Inghilterra, Olanda e Cina. Alcuni paesi europei stanno già suggerendo ai compratori vini con contenuto di istamine al di sotto della media”.

Come riconoscere un vino “Low Histamiens”?

“dal logo di riconoscimento, certificazione “Low Histamines”, dalla capsula arancione florescente con la medaglia Wine Selection Sebastiano Ramello e da un collarino a spago con una breve introduzione dei vini Low Histamines”.

Quali sono le sfide del futuro?

“Riuscire ad ottenere sempre più vini “Low Histamines” di denominazione. Su alcuni vini più adatti riuscire a portare le istamine al di sotto dello 0,2mg/litro, sempre senza snaturare l’originalità del prodotto. Stiamo anche sperimentando il nostro sistema su vini sparkling (Altri vini, con i vini rossi con un alto contenuto di istamine)”.

Per inforamzioni: info@lowhistamines.com http://www.lowhistamines.com/it/home